La complessità del pieno ed il coraggio del vuoto – 2018
Dittico cm.100x60cad. + particolari
Orizzonti bianchi – 2018
Collezioni Private, Russia. cm.30x40cad.
Orizzonti Sommersi – 2015
Cimitero (Cemetery) – 2015
Inizialmente un Senta titolo, quest’opera fa tornare su di sé la riflessione sulla Presenza costante della morte che accomuna tutta la mia ricerca. Poiché la morte non è solo in senso letterale, ma è morte tutto ciò che ci circonda e che da inizio ad una vita. Muore un oggetto, muore un ricordo, muore un sentimento, muore una possibilità, muore un’opportunità, persino la carica di un telefono o l’inchiostro di una penna. Ma da tutto questo poi nasce una vita, nasce un nuovo ciclo, nasce un nuovo giorno, una nuova idea, una nuova occasione una nuova possibilità… Cimitero, dalla serie Alluvioni, contiene un piccolo orizzonte come una visione di un luogo silenzioso (uno scenario di guerra? Un cimitero? Un campo? La città sommersa dal fango?) in ogni caso è un luogo senza vita. Al di sotto una preghiera illeggibile, sempre indecifrabile per stimolare un pensiero proprio dello spettatore e non un’imposizione da parte dell’artista. Accanto un cero già utilizzato, simbolo dei lumini accesi per i defunti, simbolo della morte, simbolo delle vittime, al quale appartengono i tre fili dai colori simbolici di vita (bianco), morte (nero) ed oro (che racchiude entrambi: la preziosità di vita e l’ascesa nell’aldilà).
Poesia di Antonella Tagliabue. Alserio, 2017.
Vittima – 2017
Una piccola cornice, una piccola figura dipinta col fango ed un cero precedentemente acceso e quindi colato. Il cero, come abbiamo visto anche in altri lavori, è il simbolo della morte e dei lumini accesi nei cimiteri. Questo lavoro è una semplice e piccola dedica alle tante vittime di queste calamità naturali.
Riflessioni – 2015
Le Riflessioni sono orizzonti. Pigmenti ad olio si mischiano al fango delle alluvioni rappresentando l’orizzonte della città sommersa dal fango. In questi lavori pittorici ritornano spesso i tre archi del Ponte di Sant’Agata che crollò durante l’alluvione degli anni ’70. Parole di riflessione su danni e vittime lasciate leggibili o indecifrabili sempre per stimolare una nuova visione ed opinione in chi le guarda e mai un’imposizione del pensiero dell’artista. Altri elementi come la cucitura con il nodo nel terreno e l’ascesa verso il cielo simboleggiano la vita terrena ed ultraterrena. Veline e stoffe incrementano le trasparenze e i riferimenti ai danni subiti.