L’intimità della Pittura

La metabolizzazione di un’assenza – 2019.
Opera Finalista del Premio Arte C. Farioli III ed. 2017 – Busto Arsizio (VA).
Collage di materiali sacro-simbolici su carta – cm. 72×62.
Iniziata nel 2016 ed ultimata nel 2019, quest’opera racconta della lunga separazione e della stratificazione visiva ed interiore, di simboli e ricordi riferiti ad una persona cara scomparsa. La bruciatura ed altri elementi sono i resti di istallazioni precedenti e sottolineano la costante permanenza di quei luoghi dell’anima che rimangono in uno spazio sospeso dentro di noi. Dentro e fuori la cornice. Dentro e fuori i confini. Stratificazioni di ricordi, di trame, di sentimenti, raccolti ed assemblati lentamente nel tempo. Questo lavoro, appartiene alla Serie della Memoria Personale. Qui compaiono oggetti sacro-simbolici che si auto-raccontano, dove la parola sottolinea riflessioni e pensieri che nascono dal singolo per poi riflettersi nell’universale. Cornice, cenere, griglie, petali di fiori e altre impercettibili tracce come peli e zampe di gatto, polvere o chiodini, compongono, tono su tono, un precario equilibrio di bianchi.
Gloria V. Lavagnini - La metabolizzazione di un'assenza - collage di oggetti sacro-simbolici - 2016-2019 (copia) (2)

Silent Perception – 2018
Opera Inedita. 6 collage su carta – cm. 70×70.
Un luogo: memoria del passato, visione reale del presente, ricordo d’infanzia scavato e modificato. Oggetti: occhiali e custodie appartenuti ai miei nonni. Parole: pensieri, riflessioni, ricordi, sogni e desideri.

L’intrinsecità di una presenza – 2018.  Schienale accompagnato da riflessioni, pensieri, fotografie.

La vecchia poltrona del mio bisnonno. Uno dei pochissimi arredi della casa in cui vivo quando mi trasferii. In mezzo ai muri spogli unico elemento che mi accoglieva e che al tempo stesso mi legava al passato. Questa scultura nasce per esigenze emotive più profonde e personali ma diviene spunto per un’altra riflessione. Oggetti. Un semplice oggetto come una poltrona di più di 100 anni, intrinseca di polvere, intrinseca di presenze. Quanti membri della mia famiglia si sono seduti su di essa? Quanti estranei che non ho mai incontrato si sono seduti su di essa? Quanta storia è in grado di raccontare un semplice oggetto? Viviamo in una società dove siamo abituati costantemente a disfarci degli oggetti a volte ancora intatti, poiché così ci insegnano a fare la moda e il consumismo. Viviamo circondati da oggetti che non hanno più storia, memoria, racconto, presenza. Compriamo oggetti a breve termine omologati e che ci spronano a buttare ciò che è obsoleto producendo una quantità devastante di scarto e spazzatura. Come fare a respirare il nostro passato? Come fare a ricordare qual che eravamo e quel che erano le nostre radici? Questa scultura parla di sé, parla dei miei avi, parla dell’intera generazione dei miei nonni e bisnonni. Parla di come venivano costruite anticamente gli oggetti, parla dei materiali che non vengono più fabbricati. Parla di sé e del tempo che è stato. 

Gloria Veronica Lavagnini - L'intrinsecità di una presenza - 2018 - Bassa ris.


Raccoglitori di Memoria / Memories boxes – 2018
Gloria Veronica Lavagnini - Raccoglitori di memoria - 2018Cosa sono i Raccoglitori di memoria? Cornici. Sì perché le cornici contengono opere e le opere sono parte di un vissuto, dunque di una memoria. Questa serie non è altro che un’evoluzione psicologica dei concetti sui quali ho sempre lavorato. Questi raccoglitori sono la conferma, l’affermazione di ciò che abbiamo sempre dato per scontato. Un raccoglitore contiene degli Oggetti, degli incompiuti, in alcuni casi anche il Tempo stesso. È il caso di:
Raccoglitore di memoria n.1 – 2018
Opera Finalista del Concorso ContemporaneaMenti ed. 2018 – Fondazione l’Arsenale – Iseo (BS).
Questa cornice contiene il tempo dall’inizio del 2016 al 2018. Un tono su tono di bianchi e colori sporchi, sono opere incompiute nate durante la preparazione della seconda Tesi di Laurea e abbandonate sul muro del mio studio fino a dicembre 2017 come documenta la foto al suo interno. Ebbene lì, immune e non curante di ciò che li susseguiva intorno, quel Frammento di muro è rimasto a guardare ed ora, rinchiuso sotto vetro, diventa portavoce di quel Tempo.

Confessioni – 2016/2018
Opera Vincitrice Premio Accademia del Premio Arte C. Farioli I ed. 2017 – Busto Arsizio (VA).
Un contenitore di legno con all’interno una lastra di cemento dove all’interno si trovano una fotografia di mia nonna e mia madre e colonne di parole. È una confessione sulle donne di famiglia, un confronto tra le nostre personalità, tra le affinità e i disaccorti. Un ritratto fotografico sovrasta il contenitore e fissa lo spettatore. La confessione si amplia, non è più l’artista al centro dell’opera. Ora viene chiesto allo spettatore di guardarsi allo specchio che ha davanti a sé, di sedersi se necessario per prendersi un attimo di quel Tempo che nella vita quotidiana è difficile ritagliarsi. Una volta alzato lo sguardo allo specchio, compilerà alle sue spalle la scritta riflessa “Guardati dentro”: un invito ad un’auto-confessione.
Gloria Veronica Lavagnini - Confessioni - istallazione completa(specchio,cassa,sgabello,guardatidentro) - 2016_2018 - Bassa ris.Gloria Veronica Lavagnini - Confessioni - 2016 - Bassa ris.

L’Accordo tra Fede, Mente, Cuore – 2018
Quest’opera è una confessione, una metabolizzazione, un’autodiagnosi psicologica. L’intimità viene sottolineata dal supporto, un lenzuolo bianco. Uno schema scritto a penna diventa l’inizio di un racconto, uno di quei tanti schemi quotidiani che si scrivono per farsi delle domande, per analizzarsi e capirsi. Ognuna di queste parole è stata poi cucita svanendo così nello sfondo. Non solo la tecnica del ricamo è un rimando alla Memoria del passato, ma proprio per il Tempo e la pazienza che richiede fa assumere ad ogni parola scelta un Peso ed un forte Significato.
Piccoli elementi come una forcina per capelli e una catena rimandano a concetti del testo. A essere la più evidente è senz’altro una chiave che diventa il supporto dei tre elementi principali dell’opera a cui si riferisce il titolo: la Fede (una croce) non in senso religioso ma come Atto di Fiducia; la Mente (una grande lampadina più bassa e preponderante) che sottolinea una persona logica e razionale la quale mette il pensiero davanti al resto; infine il Cuore, rappresentato da uno specchio, è l’animo, è l’elemento più nascosto, più interno e fragile dentro di noi. E’ dalla corda che sostiene quest’ultimo, infatti, che nasce la parola Instabile ad evidenziare la ricerca di equilibrio tra i tre.
In ultimo, come in altre opere, ritorna l’uso del fuoco come simbolo di purificazione e metabolizzazione nei secoli. Il suo prodotto, la Cenere, è qui utilizzata in strati di pittura per oscurare e rendere illeggibile questo schema iniziale che così come velocemente è nato, ora si risolve rispondendo in un’auto-analisi alle domande per cui era nato, liberando e fortificando chi l’ha creato.

Casa, Tempo, Traccia e Memoria – 2018
La potenza espressiva d’un luogo che si trasforma in raccoglitore di memoria. Tracce lasciate dall’uomo che vive quello spazio arricchendolo di segni preziosi, di firme: da una canalina murata all’impronta d’una scarpa.
36 fotografie assemblate. Tre colonne segnano lo scorrere del tempo sulla sinistra mentre 8 fotografie sulla destra formano la sagoma di una casa. La storia di una metamorfosi del Luogo che accoglie chiunque vi entri regalando una parte di sé per poi scorrere via, indipendente, immutabile, saldamente ancorata alla Storia, divenendo un qualcosa di quasi impercettibile, sacro, lontano, intoccabile.

Gloria Veronica Lavagnini - Dedicato a te... casa, traccia, tempo e memoria - 2017 serire fotografica

 6 fotografie con intervento grafico. Foto in bianco e nero, come fossero lastre ecografiche, narrano la storia di quei muri mentre segni d’orati emergono a sottolineare la traccia dell’uomo, l’interazione, il calore, la vita.

Amore, ricordi, radici – 2016
Collezione Privata A. Ballabio – Mariano Comense (CO).
Opera esposta alla Collettiva Altri Animali, curatrice Elisabetta Longari, Basiglio (MI).
Un vecchio quadro, comprato probabilmente per la nascita di mia madre, poggiato sotto al letto a prendere polvere. Dopo molto tempo mi accorsi che le mie gatte ne avevano fatto una cuccia per dormire e starmi vicino mentre lavoravo a PC. Ho deciso di conservarne la memoria bloccando la loro Traccia: l’affossamento e i peli persi sulla tela. In alto una lettera indirizzata al pittore del quadro nel quale porgo le mie scuse per aver modificato il suo lavoro in favore però di una nuova memoria che contiene il passato della mia famiglia ed il presente della mia vita.

Gloria Veronica Lavagnini - Amore, Ricordi, Radici - 2016 - Collezione A. Ballabio (CO)

Sarò ciò che volete che sia… / I will be what you want I to be… – 2018
Acquarelli su carta. Cm. 20×15 cad.

Gloria Veronica Lavagnini - Sarò ciò che volete che io sia... - 2018 - cm.25x20 cad. - PNG

Purificazione (Purification) – 2017
Gloria Veronica Lavagnini - mostra personale Faloppio 2017 (18)