Io sono qui

Mignon Sociali, Serie Io sono Qui, 9 pezzi, 2016.

Il non Rispetto e la non curanza: a questa serie appartengono i Mignon Sociali, insieme alle Tavole di riflessione osservate nelle altre pagine di questo sito, sono riflessioni sul contemporaneo: dagli scarti farmaceutici, alla psicosi della nostra società fondata sul lavoro, dall’impossibilità di crearsi una famiglia e di mantenere quelle che si hanno, allo smog, agli scarti e sfruttamenti verso la natura, lobbies e quello che alla fine spetta a tutti noi (ricchi, poveri e di qualsiasi stato etnico e sociale), la morte in quanto semplici uomini. Quindi la domanda: per cosa tutto questo?

Società. Economia. Vite appese a fili. Lotte nel riuscire a vivere e sopraffare la morte. Piccole delicate riflessioni esteticamente soavi e preziose ma dal significato profondo e devastante: non è forse la nostra società basata sulle apparenze perfette e gli inganni impercettibili?

Ed anche qui il supporto è trasparente, di nuovo per mimetizzarsi e poter cambiare faccia in base alle situazioni in cui vengono poste.


Dignità, Serie Io sono Qui, 2016.

Problema economico e Disoccupazione: problema ignorato ed incompreso dalle generazioni più anziane, di chi vive nell’agio, da chi non si capacita fino in fondo dell’impossibilità effettiva che hanno i giovani di reagire a determinati problemi e che spesso fraintende questa impossibilità con pigrizia ed incapacità. Nell’opera Dignità viene ripreso l’Articolo 36 della Costituzione Italiana il quale recita: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi”. L’opera, pensata come un dittico, mette a confronto una carta di un pagamento originale di fine ‘800 con l’articolo in questione, ribaltato, illeggibile, scritto direttamente sulla superficie del vetro. Parte antica e moderna: una carta che attesta il tempo retribuito di un lavoratore delle generazioni passate in contrapposizione ad un sistema attuale che vede continui sacrifici e sfruttamenti dei lavoratori che certo, per la maggior parte, non recepiscono una retribuzione adeguata al loro lavoro e non conducono una vita dignitosa né per sé, né per la famiglia, ammesso che tra essi ci sia chi possieda un lavoro stabile e percepisca uno stipendio. L’instabilità estetica dell’opera sottolinea una fragilità, una precarietà propria del nostro contemporaneo. Il vetro sottolinea un altro aspetto che accomuna il nostro comportamento nel nostro mondo ossia quel “cambio-faccia” che ci porta ad adeguarci e a mutare l’atteggiamento in base al luogo o alla situazione in cui ci troviamo.

Gloria Veronica Lavagnini - Dignità - 2016 - bassa ris


Twin Towers e Dittico Francia, Serie Io Sono Qui, 2016.

Immigrazione: ulteriore tema principe è l’immigrazione che abbiamo affrontato in una pagina dedicata di questo sito. Un progetto che racconta la fuga dal fuoco attraverso il mare che trattiene a sé molte vittime e che lascia raggiungere la terraferma a molte famiglie che si troveranno davanti ad una società in degrado che ha perso il valore della Vita.

Legabili a questo discorso le opere  Twin Towers e Dittico Francia che raccontano i postumi delle lotte insensate che incrementano l’attrito, l’incomprensione e la divisione: essere umano contro essere umano. Una critica verso i Media che nelle loro notizie anzi che rassicurare, terrorizza ancora di più…

Gloria Veronica Lavagnini - Twin Towers - 2016 - bassa ris

Gloria Veronica Lavagnini, Dittico Francia, 2016, bassa ris.

All’interno di tutti i lavori estremamente Simbolici, dove l’Oggetto diventa auto-racconto e portavoce di sé stesso, sono sempre presenti riflessioni, parole, domande, risposte a sollecitare un pensiero personale dello spettatore: non un’imposizione dell’artista ma uno stimolo aperto al confronto ed alla crescita.